La chiesa della Beata Vergine Assunta
La chiesa della Beata Vergine Assunta, che sorge nella piazza principale del paese, fu terminata il 17 aprile 1617 al posto della precedente chiesa (dedicata a S. Maria). Rivolta ad occidente, ha al suo interno un altare maggiore in marmopolicromo, tre cappelle con santi sul lato destro e due sul lato sinistro, con l'ingresso per la Cappella del Crocifisso. La facciata è stata rimodellata su modello tardo-ottocentesco in uno stile pseudo-barocco. Il pavimento è stato realizzato a mosaico. In questa chiesa sono conservate le reliquie di San Faustino martire, patrono del paese, traslate in questo luogo nel 1850, dalle catacombe di Santa Ciriaca a Roma.
L'altare maggiore, il coro a doppio ordine in noce e il tempietto marmoreo sovrastato da quattro angeli e da candelieri risalgono al 1775 circa. Gli angeli sono stati restaurati nel 1958 da Don Gilio Masseroni.
La chiesa ha una pianta a tre navate. Nella navata destra (rispetto all'ingresso) è dotata di tre cappelle: la Cappella di San Giovanni Bosco (presso la quale sono inumate le spoglie dei benefattori Marco Bellini e Giuseppina Tornielli), la Cappella del Sacro Cuore e quella di San Giuseppe. Le statue che decorano gli altari provengono dalla scuola d'Arte di Ortisei in Val Gardena. Nell'altra navata, oltre a un piccolo battistero affrescato e racchiuso da una cancellata ferrea, sono presenti la Cappella esterna del Crocifisso, la Cappella della B.V. del Carmine e del S. Rosario, con annessa la cappella contenente il corpo del patrono S. Faustino, separato da essa da una cancellata in ferro battuto. Lo scurolo è stato realizzato da Don Giuseppe Silva nel 1886. Il soffitto della chiesa è realizzato con volte a botte nella navata destra e a crociera nella navata sinistra e centrale, affrescate con figure di santi, così come nella parte centrale del tetto.
Nel 1884 la facciata della Chiesa fu rifatta, così come il sagrato in granito, opera dell'Architetto Don Ercole Marietti. La facciata fu rifatta nuovamente (com'è visibile attualmente) e inaugurata nel 1933, commissionato dal parroco Don Domenico Fonio, opera dell'architetto Giovanni Lazanio di Novara, conservando lo stile barocco. Le statue in pietra che adornano la facciata (restaurate negli anni 2000) sono state realizzate da Giuseppe Martelli, i graniti originari dell'Ossola mentre le tre porte lignee in noce furono realizzati dai gravellonesi Corsico, Mantegazza e Travaglino. Sempre al 1933 risale la pavimentazione a mosaico. L'interno della chiesa è stato restaurato nel 1999 per volere del parroco don Camillo Colli.
Cappella del Crocifisso
La Cappella del Crocifisso, facente parte della chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta, conserva al suo interno un crocifisso ligneo e l'urna con una statua (lignea anch'essa e fatta restaurare da Don Sergio Bagliani) del "Signore deposto dalla Croce", opera di anonimo, che viene portata nella tradizionale processione per le vie del paese alla sera del venerdì santo. All'esterno sono ancora visibili, nonostante i segni del tempo, alcune pitture murarie.
Santuario di San Zenone (la Madonna di San Zeno)
Il Santuario della Madonna di San Zeno sorge sopra un'antica chiesetta, risalente a prima dell'anno mille (ma le prime notizie del santuario risalgono al 1347) e ricostruita interamente nel Settecento. La chiesa antecedente era dedicata a San Zenone, allora invocato come protettore dalla peste, e in essa veniva venerata un'immagine della Madonna, di un autore anonimo.
Raffigurazione della Madonna Bambina, presente nel Santuario di San Zeno (Gravellona Lomellina)
L'edificio, di forma ottagonale e in stile settecentesco (1762), presenta sfumature di ispirazione bramantesca e richiama l'Oratorio di San Biagio in Rossate.
Presso questo santuario è inoltre venerata Maria Bambina (da qui il duplice toponimo con cui è noto il santuario). Il Santuario presenta, al suo interno, due opere di particolare valore estetico: una pala d'altare raffigurante Sant'Anna e Maria Bambina incoronate ed un Cristo in croce, vero capolavoro dell'arte scultoria anatomica. Interessante è anche la pala dell'altare di San Zeno. Il santuario sorge in prossimità del cimitero del paese.
Nel corso di alcuni restauri tardo-ottocenteschi, è stata manomessa l'immagine originale della "Madonna col Bambino", avanzando l'ipotesi che il dipinto potesse rappresentare "S. Anna con Maria Bambina".
Tra il 2020 e il 2021 la chiesa di San Zeno è stata ristrutturata per volere testamentario di Don Gilio Masseroni, Arciprete in Gravellona Lomellina.
Il Giardino e la Villa dei conti Barbavara
Il giardino, risalente al Settecento, opera di un architetto inglese ignoto e tuttora dimora privata degli eredi dei conti, è parco all'inglese di sette ettari di superficie, uno dei più grandi della Provincia di Pavia e che contiene anche un laghetto di circa 84 m². Nel giardino vi sono due edifici, una villa settecentesca, collocata su una collina al centro del giardino, ed un palazzo ottocentesco.
La villa settecentesca è composta di una casa colonica e di una torre a pianta circolare alta 30 metri. La casa con la torre, costruita sopra a un edificio preesistente, contiene un salone delle feste con cantoria. L'edificio sembra essere concluso in epoche diverse.
La torre fu utilizzata a scopo bellico, per avvistare gli austriaci durante la seconda Guerra d'Indipendenza.
Nel 1870 la famiglia Barbavara si sposta dalla casa con torre verso la villa nelle prossimità della piazza, e adibisce la vecchia villa a fattoria. La casa con torre è stata restaurata nel 1990 e nel 2013, ed è visitabile durante la Festa dell'Arte (durante la quale ospita anche un concerto ambientale).
All'interno del giardino è presente anche una serra ed un recinto per daini.